L’ingresso delle piattaforme Tablet nel panorama tecnologico internazionale ha portato un’intensa ventata di euforia sul mercato, introducendo non soltanto cambiamenti legati alle nuove tipologie di interazione tra l’utente ed i nuovi dispositivi, ma anche nuovi modelli di business basati sull’acquisto diretto di software o contenutistica multimediale direttamente da un repository centrale gestito da terzi. L’utente finale ha quindi la possibilità di accedere ad un unico repository contenente tutte le applicazioni che possono essere installate sul suo dispositivo e non deve fare altro che scaricarl ed installarle in modo estremamente semplice.
Questo modello, come si può ben intuire, funziona benissimo quando il contesto è retail e l’utente è un classico consumatore che vede nel Tablet uno strumento che in molti casi può sostituire il PC. In questo caso il Tablet è in grado di supportare agevolmente l’utente nella classica navigazione web, nell’accesso alla posta elettronica ed in tutta una serie di servizi che sono messi a disposizione direttamente dal dispositivo oppure attraverso l’accesso ad opportune applicazioni scaricabili dal repository centrale.
In ambito aziendale invece lo scenario è diverso. Da un lato le piattaforme Tablet offrono incredibili potenzialità grazie alla loro agilità, al loro fattore di forma ed ai nuovi modelli comportamentali che abilitano, dall’altro però la loro collocazione enterprise, per le aziende che intendono affrontare il tema con serietà ed efficienza, impone alcune riflessioni a cui è necessario prestare attenzione.
In primo luogo è necessario domandarsi se e come sia possibile garantire nel tempo la riutilizzabilità delle applicazioni su dispositivi differenti. In particolare oggi il mercato delle piattaforme Tablet è suddiviso in due parti, ma altri competitor stanno già bussando alla porta con i loro prodotti. Un IT manager non deve solo chiedersi quale sia la migliore tecnologia presente sul mercato, ma soprattutto deve domandarsi come in futuro potrà essergli consentita una migrazione delle applicazioni sui nuovi dispositivi, e questo con costi tendenti a zero. In caso contrario potrebbe essere presto obbligato a rivedere pesantemente il parco applicativo che gestisce.
In secondo luogo deve individuare un modello che consenta la distribuzione diretta delle applicazioni enterprise agli utenti aziendali, senza passare dagli store proprietari e garantendo sicurezza e profilazione nell’accesso alle applicazioni. Sappiamo benissimo che con i modelli di distribuzione attualmente disponibili, che sono pensati per il mondo consumer, questo è un tema difficile che merita una riflessione attenta.
Una volta individuata una soluzione che consenta da un lato alle applicazioni di funzionare su dispositivi differenti e dall’altro la distribuzione del software secondo standard di qualità enterprise, il nostro IT manager potrà dormire sonni tranquilli.
Ancora una volta quindi il tema non è esclusivamente tecnologico, ma soprattutto metodologico e di integrazione.
Segui @mcanducci
!function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0];if(!d.getElementById(id)){js=d.createElement(s);js.id=id;js.src=”//platform.twitter.com/widgets.js”;fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(document,”script”,”twitter-wjs”);