Una primavera poco digitale

Primavera_digitaleDa tempo avevo deciso di passare la giornata di Lunedì 14 Maggio al Salone del Libro di Torino con tutta la famiglia, anche ai miei tre ragazzi, divoratori di libri, non poteva che far bene immergersi un’intera giornata tra migliaia di volumi, autori ed editori.

Il tema di quest’anno poi, la Primavera Digitale, non poteva che essere un ulteriore stimolo al mio animo geek. E’ deciso quindi, si va.

Il giorno prima provo a fare i biglietti su Internet, “figurati se nel 2012 mi tocca fare la coda in biglietteria, poi quest’anno c’è la Primavera Digitale!”. 

Strano, mi dico, dopo essermi registrato sul sito del salone mi viene proposto un form da compilare, ma non posso scegliere quali biglietti comprare, solo quanti ne voglio. Il servizio online vende infatti solo biglietti interi!

Il problema è che a me servono: 1 intero, 2 ridotti, 1 ridotto scuole e 1 professionale per gli autori.

“Impossibile” mi dico, “nessuno può aver concepito una cosa del genere, probabilmente dipende dal mio Chrome non supportato bene dal sito, fammi provare con Firefox (stessa cosa), con Safari (idem), con Explorer (ancora)”. Inizio ad avere il sospetto che funzioni davvero così.

Qualcosa dentro di me però non può accettare una cosa del genere, chiamo il numero di assistenza: “guardi se proprio vuole farli su Internet deve comprare 5 biglietti interi, le costa di più ma almeno non fa la coda”.

Mi aspettavo una Primavera Digitale, ma il mio umore era tornato all’inizio di Febbraio, e il vero problema era che il freddo doveva ancora arrivare.

Decido di fare la coda “al lunedì ci sarà poca gente”. In effetti ho ragione, ce la caviamo in 10 minuti, ma proprio alla cassa accade l’apoteosi della Primavera Digitale.

Chiedo i biglietti che mi servono. La cassiera, gentilissima: “guardi se vuole il biglietto scontato per gli autori deve farlo alla reception professionale che si trova in Via Nizza, proprio dall’altra parte del Lingotto”. Incredulo le chiedo: “ma i biglietti non si dovrebbero fare in biglietteria?”.

Inizio a cedere, rinuncio allo sconto autori e faccio anche io un biglietto intero, totale 29 euro. 

Porgo la carta di credito, ennesimo errore di valutazione del concetto di Primavera Digitale, la risposta è “solo contanti, mi dispiace”. 

Inizio a pensare di essere in una puntata di Scherzi a Parte, ma presto mi convinco che è tutto vero: la biglietteria del Salone del Libro non vende tutti i tipi di biglietti ed accetta solo contanti. Alla faccia della Primavera Digitale.

La cassiera mi solleva comunque il morale dicendomi che “all’interno c’è comunque un ATM se deve prelevare”. Certo, all’interno, dove poteva essere? Chi avesse bisogno di prelevare dei contanti per fare il biglietto dovrebbe entrare saltando le transenne ed eludendo la sorveglianza. Geniale.

Entro comunque e mi godo un’ottima giornata al Salone del Libro con la famiglia, con i miei ragazzi che si perdono sognanti tra le pagine di migliaia di volumi, e non mi stupisco minimamente quando scopro che il WiFi pubblico c’è, ma il segnale è quasi inesistente su buona parte della superficie dell’esposizione, in ogni caso per avervi accesso sarebbe stato necessario registrarsi all’apposito sportello lasciando fotocopia del documento di identità.

Non mi stupisco nemmeno quando scopro che non è disponibile una app mobile con la mappa e l’elenco degli espositori, quella la trovo in gran parte delle esposizioni che frequento, ma qua, culla della Primavera Digitale, si preferisce dare tutto su carta.

Trovo anche un paio di libri e decido di comprarli, chiedo se c’è uno sconto fiera o qualcosa del genere. L’editore (uno di quelli molto grandi) mi dice che “no, mi dispiace, il prezzo è quello di copertina“.

La mia anima geek prende il sopravvento, come in un film western estraggo lo smartphone, lancio l’app di Amazon e faccio la scansione del codice a barre del libro che voglio aquistare. 

Prezzo Amazon: 14,88 euro, spedizione compresa. Prezzo di copertina 17,50 euro.

Invece di fare la coda alla cassa faccio due tocchi sull’applicazione ed esco dallo stand, il mio libro arriverà a casa da solo domani mattina.

Non temete però, la Primavera Digitale al Salone c’è eccome, basta andare allo stand di Amazon (di nuovo Amazon…) a mettere le mani sui Kindle Touch, ma questa è un’altra storia.


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  • Max |

    Ciao Chiara, grazie per i tuoi chiarimenti. Comprendo le difficoltà, ma per i punti che hai indicato ci sono soluzioni già sperimentate che possono essere applicate anche a contesti espositivi.
    Per esempio si possono acquistare biglietti online di varie tipologie per andare al cinema o per entrare nei parchi divertimenti, il controllo di titolarità viene effettuato all’ingresso.
    Anche la registrazione al wifi si può fare con un solo click, senza moduli da compilare e senza il codice fiscale, lo sciagurato decreto Pisanu è stato cancellato nel 2010.
    Più in generale credo sia necessario concepire il salone mettendo l’utente al centro e fornendogli servizi che apportino valore aggiunto alla visita, il tutto nel modo più semplice possibile.
    Sarebbe bello se nei prossimi anni il salone del libro diventasse uno Smart Event.

  • Chiara Camoirano |

    Massimo, vorrei fare qualche precisazione in merito al tuo resoconto.
    Online si possono acquistare soltanto biglietti interi e l’abbonamento valido cinque giorni perché non è possibile per il visitatore dimostrare e per l’organizzazione verificare che chi fa richiesta del biglietto ridotto possieda effettivamente i diritti per farlo (es. dalla minore età alla tessera di un museo con cui è attiva una convenzione). Per i professionali (editori non espositori, scrittori, insegnanti, bibliotecari, librai, critici, consulenti editoriali) c’è sempre una Reception dedicata – in questo caso presso il Padiglione 5 – dove chi li accompagna può acquistare biglietti di tutte le tipologie e non deve passare per la biglietteria principale.
    Detto ciò, visti i disagi che si sono verificati, è ovvio che qualcosa non abbia funzionato, soprattutto nella comunicazione ai visitatori, che certamente verrà migliorata per le prossime edizioni: rendendo più evidente fin dal bottone in homepage sul sito quali biglietti sono disponibili, veicolando meglio le modalità di accesso per i professionali ed eventuali accompagnatori, istruendo meglio il personale.
    Per quanto riguarda il pagamento con bancomat o carta di credito alle casse, è stata effettivamente una mancanza, a cui si porrà rimedio.
    Infine, il wifi: in realtà al momento il nostro è l’unico tra i maggiori centri fieristici italiani a offrire la navigazione gratuita ai visitatori, seppur limitata nel tempo e negli spazi, quindi la cosa non è così scontata… Si sa che il tema dell’accessibilità libera per tutti è al centro dell’attenzione di enti e cittadini, e che siamo ancora lontani dallo standard di altri Paesi. Ma occorre anche considerare che fornire la copertura totale, con la densità di utenti che può esserci in un evento come il Salone del Libro, è cosa ben diversa – e ben più onerosa – rispetto alla situazione che si può riscontrare in un parco pubblico, una piazza o un centro commerciale. Proprio a partire dal Salone del Libro però, una volta saputo il tema che era stato scelto per l’edizione 2012, come Lingotto Fiere abbiamo fatto quanto possibile per dare almeno una finestra di navigazione gratuita. Per la precisione, la copertura per il pubblico è stata resa disponibile lungo la Galleria Visitatori – non all’interno dei padiglioni – a cui si accede previa compilazione di un form web di 6 campi, senza documento d’identità. Documento che viene invece richiesto al service-desk per la consegna del voucher d’accesso solo nel caso in cui la persona non ricordi o non abbia con sé il codice fiscale, uno dei dati necessari per la registrazione e la verifica dell’utente, com’è prassi nei sistemi di Free Wifi. Fa piacere vedere però che, oltre alle criticità, tu abbia notato anche uno dei casi in cui si poteva davvero parlare di “primavera digitale”: mi riferisco alla presenza di Amazon, parte del progetto Book to the Future, uno di quelli gestiti direttamente da Lingotto Fiere… Grazie comunque per le segnalazioni, sempre utili per migliorare l’esperienza dei nostri visitatori! [Relazioni esterne Lingotto Fiere]

  • Vincenzo |

    Confermo l’amara constatazione di una medesima esperienza fatta al Tosm, una ennesima conferma che evidentemente manca la base di una profonda conoscenza di cultura espositiva e rispetto verso i visitatori, evidentemente una prassi ormai radicata negli usi e costumi Piemontesi sigh!!. Si ha l’impressione di essere fuori dal tempo agli albori delle prime fiere paesane che comunque erano più appetibili e accoglienti.

  • Max |

    So che sembra incredibile, ma purtroppo è tutto vero 🙂 🙁

  • Stefano Tevere |

    Una fiaba moderna, con le peripezie da superare e… il lieto fine.
    Leggere tutto ciò mi ha fatto sorridere, ma immagino e ricordo quanta frustrazioni provochino queste situazioni, sia per la perdita di tempo e denaro, sia per la consapevolezza del danno che tutta questa superficialità comporta.
    Non mi stupirò affatto quando Roma o Milano strapperanno a Torino questa fiera, proponendo gli sconti che ogni fiera che si rispetti offre al suo pubblico.

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