Ormai ci siamo, le piattaforme Tablet, dopo un paio di anni di assestamento, iniziano ad avere la maturità giusta per far parte delle flotte di dispositivi aziendali.
Gli utilizzatori Enterprise iniziano a scoprire che utilizzare il Tablet con i clienti, per le rilevazioni sul campo, per l’accesso a dati e risorse aziendali, è un comportamento che abilità enormemente l’efficienza, riduce i costi ed aumenta le potenzialità di analisi e raccolta di dati di qualunque natura.
La concorrenza tra produttori di hardware e software ormai ha portato sul mercato diversi prodotti, con varie fasce di prezzo, con diversi fattori di forma e con differenti caratteristiche di adattabilità ai vari contesti professionali. Alla finestra, inoltre, ci sono produttori pronti a sfornare nuovi prodotti e sistemi operativi.
Nonostante questo però la risposta delle aziende è ancora al di sotto delle aspettative, infatti le aziende che hanno iniziato ad utilizzare i Tablet sono poche e per lo più si tratta di un utilizzo basic da parte dei C-Level. Sono davvero pochi i casi di utilizzo strutturato ed integrato di questo tipo di piattaforme all’interno di un ecosistema applicativo complesso.
Sembra quindi che i CIO italiani siano un po’ timorosi nell’inserire in modo sistematico queste piattaforme nel parco dei dispositivi aziendali a causa di una serie di fenomeni di indubbia complessità.
In primo luogo i CIO si domandano se e come sia possibile garantire nel tempo la riutilizzabilità delle applicazioni su dispositivi differenti. In particolare oggi il mercato delle piattaforme Tablet è suddiviso in due famiglie, ma presto arriveranno altri prodotti. Un CIO non deve solo chiedersi quale sia la migliore tecnologia presente sul mercato, ma soprattutto deve domandarsi come in futuro potrà migrare le applicazioni sui nuovi dispositivi, e questo con costi tendenti a zero. In caso contrario potrebbe essere presto obbligato a rivedere pesantemente il parco applicativo che gestisce.
In secondo luogo i CIO devono individuare un modello che consenta la distribuzione diretta delle applicazioni enterprise agli utenti aziendali, senza passare dagli store proprietari e garantendo sicurezza e profilazione nell’accesso alle applicazioni. Sappiamo benissimo che con i modelli di distribuzione attualmente disponibili, che sono pensati per il mondo consumer, questo è un tema difficile che merita una riflessione attenta.
Infine restano da gestire i dispositivi fisici, situazione che spesso porta il CIO a domandarsi se è il caso di dotarsi di una piattaforma di device management che possa gestire il parco applicativo a bordo dei dispositivi e garantire le tematiche di sicurezza. Tutto questo con una particolare attenzione all’emergente paradigma del Bring Your Own Device, che consente ai dipendenti l’utilizzo di dispositivi propri e personali per l’installazione di applicazioni enterprise e l’accesso alle infrastrutture di rete aziendali.
Tutti questi temi fanno comprendere come l’adozione enterprise delle piattaforme Tablet non sia un fenomeno esclusivamente tecnologico, ma soprattutto metodologico, di gestione e di integrazione.
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