Il Bring Your Own Device e le aziende italiane

ByodIl modello Bring Your Own Device, già preso in considerazione seriamente da molte aziende IT americane, sta iniziando a trovare estimatori anche tra i CIO italiani.

Dal punto di vista teorico si tratta di concedere al dipendente l’utilizzo di dispositivo personali (telefono, smartphone, tablet) al posto di quelli tradizionalmente forniti dall’azienda, non solo per telefonare, ma anche per utilizzare la connettività ed accedere alle reti aziendali ed alle eventuali applicazioni B2B messe a disposizione dei dipendenti.

I vantaggi sono per tutti e sono del tutto evidenti.

Utilizzando questo paradigma la scelta del dispositivo è a carico del dipendente, che in alcui casi viene aiutato nell’acquisto con un bonus economico, potrà quindi acquistare quello che più gli aggrada avendo anche il vantaggio di pagarlo un po’ meno del prezzo di mercato. Potrà inoltre utilzzarlo per scopi personali e senza limitazioni e, naturalmente, potrà accedere alle reti ed alle applicazioni aziendali.

Dal punto di vista aziendale viene abbattuto notevolmente il costo per l’acquisto o il noleggio dei dispositivi e, cosa importantissima, viene integralmente ribaltato sul dipendente l’eventuale utilizzo fraudolento dello stesso e l’eventuale rischio di installazione sul dispositivo di applicazioni irregolari o pirata. Esistono naturalmente attenzioni particolare che devono essere poste nelle policy di sicurezza ed eventualmente nel rendere disponibili le applicazioni aziendali in modalità multy-device, ma i costi sono ampiamente ripagati dai benefici.

Secondo i risultati della ricerca dell’Osservatorio New Tablet & Business Application del Politecnico di Milano, risulta che il 56% dei top CIO italiani (stiamo parlando dei 124 CIO delle aziende più grandi ed importanti del Paese) ha già adottato il paradigma BYOD o lo farà nel prossimo futuro.

In particolare vengono messi in pratica tre differenti modelli per il BYOD:

Buy Only My Device: il dispositivo è scelto dall’azienda, ma è acquistato dal dipendente, con o senza un contributo economico aziendale.

Choose Your Own Device: il dispositivo è scelto dal dipendente (tra tutti quelli sul mercato o tra un subset predefinito) ma è acquistato dall’azienda.

Bring Your Own Device: il dispositivo è scelto ed acquisitato in totale autonomia dal dipendente.

Come si può vedere si tratta di modelli con caratteistiche diverse, ma che abilitano in ogni caso comportamenti virtuosi, efficienza ed abbattimento dei costi, è molto probabile quindi che la percentuale del 56% sia destinata a salire nel prossimo periodo.


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  • leonardo |

    Il BYOD è un’ottima idea. Pensiamo al fatto che:
    a) i rimborsi spese per il traffico tel/dati comunicazione per motivi di lavoro sono assolutamente esenti da imposte e contributi (basterebbe richiedere al gestore telefonico dettaglio chiamate);
    b) l’eventuale importo concesso periodicamente dall’azienda al dipendente potrebbe rientrare, nei limiti annui previsti, nel concetto di detassazione (imposta sostitutiva 10%).
    Ovvio che se i nostri panciuti governanti si decidessero a fare qualcosa per smuovere il mercato, rendendo per esempio esenti, le somme di cui al punto b) quantomeno fino ad un certo ammontare annuo (es. fino a 500 euro annui); ce ne guadagnerebbero tutti.

  • paolo |

    occorre tenere in considerazioni problemi derivanti dalle diversi piattaforme che sarebbero utilizzate e anche dalle release dei prodotti. Già ora, con strumenti totalmente aziendali, i problemi legati alla diverse versioni non sono cosa da poco.
    Anche solo restando nell’ambito browser, quante applicazioni vediamo che funzionano con IE, ma non con Firefox, o con Chrome, oppure siti progettati per Safari che con InternetExplorer si impiantano.

  • Max |

    Il BYOD abilita un processo in cui i vantaggi sono per tutti, almeno in alcune implementazioni.
    Le auto aziendali sono un’altra cosa, sia dal punto di vista fiscale che retributivo.
    Grazie per il tuo commento.

  • cino |

    Come idea per risanare i bilanci aziendali, non è male. Però, per massimizzare i risultati, sarebbe il caso di iniziare da altri strumenti di lavoro, ad esempio dalle automobili: il dipendente (quasi sempre dirigente) si compri in autonomia, con i propri soldi, l’auto tra quelle che piacciono all’AD. L’azienda gli riconoscerà un piccolo contributo. Ovviamnente anche tutti gli obblighi (bollo assicurazione) saranno ribaltati sul dipendente.

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