Pensateci un attimo: intorno a voi avete decine di oggetti elettronici che per funzionare al meglio hanno bisogno di connettività.
Non considerate soltanto il PC, il tablet o lo smartphone, dispositivi che hanno la rete nel loro DNA al punto da essere a mezzo servizio in assenza di connessione, pensiamo ad altri oggetti, servizi o comportamenti di uso comune.
Se vogliamo prelevare contanti ad uno sportello ATM o se vogliamo pagare un acquisto con la carta di credito, e la rete non funziona, non possiamo farlo.
Se andiamo in ufficio e la rete non funziona, la prima cosa che sentiamo dai colleghi è che “non si riesce a lavorare, siamo senza rete”.
Se andiamo in biglietteria per acquistare un biglietto del treno o dell’aereo e non c’è la rete, non possiamo farlo.
Se vogliamo comprare un ebook da mettere sul reader, e non c’è la rete, non possiamo farlo.
Se abbiamo un centralino VOIP e non c’è la rete, non possiamo telefonare, nè mandare fax, nè scansire un documento ed inviarlo in PDF via email.
Se dobbiamo prenotare una visita medica telefonicamente, ammesso di avere un telefono analogico, e non c’è la rete, l’operatore ci dirà che i sistemi non funzionano e non può effettuare il servizio. La stessa cosa vale per tutti i call center ai quali ci dovessimo rivolgere per attivare un servizio o per richiedere assistenza.
La rete è molto più pervasiva di quanto non possa sembrare ed abilita comportamenti a cui siamo abituati, al punto che l’assenza di connettività limita fortemente il nostro vivere.
Dal punto di vista aziendale l’assenza di connettività limita fortemente, ed in alcuni casi azzera, la possibilità di produrre o vendere un prodotto o un servizio.
La connettività è dunque diventata una commodity come tutte le altre, come la corrente elettrica, l’acqua potabile, il gas per il riscaldamento, basti pensare che molte persone scelgono i luoghi di vacanza, una camera d’albergo, un ristorante anche in fuzione della presenza o meno di connettività, e spesso scelgono quell’operatore che la offre gratuitamente o, per meglio dire, compresa nel prezzo.
Sfortunatamente però la connettività flat per tutti su tutto il territorio non c’è (speriamo per il prossimo futuro…) ed in ogni caso, quando c’è, è a totale carico dell’utente finale in termini di infrastruttre e costi.
Questo scenario deve indurci a pensare che possono esistere modelli di business che non considerano la connettività un costo, ma un servizio da offrire al cliente in bundle con il prodotto, senza costringere il cliente a dotarsi di infrastrutture proprie di connettività.
Due esempi per tutti:
I servizi Live di Tomtom: compri il prodotto (in questo caso il navigatore GPS), questo è già dotato di infrastruttura di connettività e se vuoi i servizi aggiuntivi che la connettività può offrirti, li paghi a parte.
Il Kindle Touch 3G: compri il prodotto (lettore di ebook di Amazon), già dotato di infrastruttura di connettività, e con questo accedi al catalogo libri di Amazon e fai più agevolmente i tuoi acquisti.
In entrambi i casi i servizi di connettività non sono a carico dell’utente, quest’ultimo deve occuparsi esclusivamente di utilizzarli comprando servizi o prodotti digitali.
Questo modello può essere replicato per moltissimi prodotti di uso quotidiano e consentirebbe di aprire nuovi scenari di business dove adesso l’assenza di connettività, o il ribaltarne la fornitura e la gestione sul cliente finale, limita fortemente il mercato.
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