Il mio professore di elettrotecnica si sbagliava

PileLui ce la metteva tutta, era anche simpatico e preparato, ma a distanza di tanti anni posso dire che si sbagliava totalmente.

E poi quando una persona così preparata risponde ad una domanda e dimostra alla lavagna la sua risposta, beh … c'è poco da fare, quella risposta diventerà parte del tuo background culturale, un po' come il Teorema di Pitagora per la geometria o come il Teorema di Weierstrass per l'analisi matematica.

Si, perchè quando quel mio compagno di corso, quello alto e un po' secchione, provò a chiedere se le normali pile alcaline potessero essere in qualche modo ricaricate, beh … la risposta suonò un po' come gli avvertimenti che si trovano sui pacchetti di sigarette: "Le batterie alcaline non possono essere ricaricate, anzi tentare di ricaricarle potrebbe essere molto pericoloso e potrebbe portare a vere e proprie esplosioni".

Lui lo aveva spiegato bene, e tutti avevamo creduto alle sue parole, ma sfortuatamente per lui, a distanza di anni possiamo affermare tranquillamente il contrario: "Le batterie alcaline si possono generalmente ricaricare", grazie però al cosiddetto "genio italico".

E' stato recentemente messo in commrcio, infatti, un caricatore che, oltre a ricaricare le tradizionali batterie ricaricabili, è in grado di fare la stessa cosa con le batterie alcaline, eccolo:

Revita
Si tratta di un dispositivo realizzato dall'italianissima ARK Spa, azienda del trevigiano che, oltre a dimostrare una tesi per la quale esisteva una dimostrazione esaustiva e contraria, ha fatto di più: ha messo in commercio un prodotto che materializza la dimostrazione stessa, consente di risparmiare sull'acquisto di nuove batterie alcaline e contemporaneamete consente di ridurre notevolmente lo smaltimento delle stesse batterie esauste che, come tutti sanno, sono molto inquinanti.

Il caricatore, che si chiama Revita, accoglie fino a 4 batterie alcaline AA o AAA, ne effettua la ricarica attraverso un sistema protetto da brevetto internazionale e, per evitare sorprese, ne monìtora costantemente tensione e temperatura in modo da interrompere la ricarica se una batteria dovesse scaldarsi troppo.

In effetti però la cosa interessante è che … funziona!

Dopo averlo provato con alcune batterie alcaline, da quelle costosissime color oro (e che devono avere un po' d'oro dentro per quanto costano)  a quelle economiche gialle, quelle che te le puoi montare comodamente a casa un po' come fai con i mobili … ecco, quelle. Bene, dopo un ciclo di ricarica che può arrivare al massimo a 4 ore, le batterie tornano in piena efficienza e riprendono a funzionare, apparentemente come quando erano cariche.

Non ho fatto test strumentali in laboratorio, ma la sensazione è ottima, le batterie si ricaricano sul serio e, per ora, pare non ci siano effetti collaterali da segnalare.

Buona ricarica a tutti!


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  • manuela |

    perché dopo un anno non se ne sa nulla? Il suo impatto sull’ecologia non sarebbe da poco!!

  • Ettore |

    ..Sarebbe interessante capire quanti cicli di ricarica sono possibili…

  • Max |

    Francesca: http://www.revitacharger.com/prodotti.html

  • Davide |

    Occhio alle incursioni sui bidoni che dove prima si buttavano le pile usate!

  • francesca |

    una sola domanda: dove l’hai comprato?
    grazie.

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